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Il 27 febbraio la Cei ha presentato al Papa una proposta per aprire il cammino sinodale

Il cardinale presidente Bassetti: un movimento «dal basso» per individuare le priorità

TORINO. «Il Papa il 30 gennaio disse ai partecipanti all’incontro promosso dall’ufficio nazionale del catechismo più o meno queste parole: occorre cominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi e anche questo processo sarà una catechesi. Allora abbiamo preso lo spunto da questo invito e abbiamo preparato una bozza che abbiamo sottoposto stamattina al Santo Padre per cominciare già a dare un incipit a questo movimento sinodale». Lo ha afferma a Vatican News il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, il 27 febbraio dopo l’udienza del Pontefice con i vertici della Conferenza episcopale italiana. 

«L’incontro con Papa Francesco è andato molto bene», commenta Bassetti nell’intervista. Su come le indicazioni del Pontefice possano ispirare un cammino sinodale partendo «dal basso», comunità per comunità, il presidente della Cei sottolinea che «bisogna tenere conto purtroppo della situazione in cui viviamo e questa pandemia che ha messo davvero in ginocchio le comunità cristiane sia a livello di diocesi che di parrocchie». Quindi, prosegue, «bisogna veramente ancora di più che in tempi normali mettersi in ascolto della vita delle persone per disegnare delle proposte che tengano conto anche delle difformità che si stanno verificando nei vari territori che compongono il Paese. Se l’Italia è sempre stato un Paese diversificato, la pandemia ha accentuato ancora di più queste diversità». E allora «è necessario tener conto – secondo me – di tre elementi. Il primo è rifarsi all’Evangelii Gaudium laddove il Papa parla di una conversione pastorale… Poi il Papa parla di fraternità solidale, che naturalmente si esprima nei fatti. Questa fraternità, questa prossimità, che devono vivere i cristiani. E naturalmente tutto questo comporta un’accentuata formazione ecclesiale. Questo mi sembra che sia il terreno su cui si debba muovere, le aree principali di questo impegno sinodale», dice.

Secondo Bassetti, poi, «bisogna un pochino ritoccare i punti forti dell’annuncio del Vangelo. E scuotere un pochino la nostra gente da questo torpore che sembra attanagliare tutti e sembra che alla fine non ci sia altro che la pandemia da cui doversi difendere. È una cosa sacrosanta difendersi ma non fino al punto di chiudersi soprattutto nei confronti degli altri e nei confronti di un’apertura a quelli che sono i valori del Vangelo». Quindi, spiega, «c’è veramente da elaborare delle proposte di vita cristiana e vanno recuperati anche il senso della collaborazione, il valore della progettualità. Una, per esempio, delle caratteristiche che troviamo anche in gente buona che frequenta la Chiesa è quel dire: si è sempre fatto così. Quindi questo impedisce di cambiare, di camminare, e invece il Papa ci dice di attuare continuamente dei nuovi progetti, perché altrimenti le acque nello stagno rischiano veramente di stagnare». E così «più che arrivare a grandi risultati, attuare dei processi, ci dice il Papa: una creatività anche nei confronti di quello che sta succedendo e proposte concrete che possano favorire l’azione progettuale delle diocesi, delle parrocchie…».Dunque il Papa vuole «questo sinodo “dal basso” per potere poi individuare quelle che sono le priorità – conclude il presidente della Cei -. Ma le priorità le puoi individuare all’interno di un ventaglio di molteplici stimoli. Quindi bisogna un pochino “agitare le acque” che sono diventate ancora più stagnanti, le acque della vita cristiana in seguito alla pandemia».

Fonte: Vatican Insider La Stampa

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